martedì 22 aprile 2008

in risposta 2

Io piuttosto punterei l’attenzione su un altro aspetto sollevato da Francesco:

“Bisogna prendere in mano i giornali (e non repubblica o libero o la padania) e le leggi, e i programmi politici prima di sproloquiare su un'esigenza di sentirsi parte di qualcosa”

E so che nessuno di voi, e dico proprio nessuno (me compreso) l’ha fatto! Lo dico per un semplice motivo: è impossibile farlo per svariati motivi.

1) I programmi politici non dicono niente, non vogliono dire niente. Sarebbe come pretendere di capire la filosofia di una azienda guardando la sua pubblicità in televisione.

2) Questi altri giornali che “bisogna prendere in mano” non esistono. Sia perché non c’è, a mio parere, una cultura diffusa di un’informazione oggettiva (o almeno apartitica), ma soprattutto perché come potrebbe sopravvivere un giornale con un minimo di controllo sull’informazione e dunque un significativo potere senza l’appoggio degli altri poteri forti del paese?!?
Tanto per fare un esempio: se ora i pannelli fotovoltaici stanno acquistando una fetta del mercato che si può considerare rilevante è solo grazie alle compagnie petrolifere che investono fortemente su quella che ad oggi non risulta una fonte energetica alternativa, ma semplicemente un modo per “impacchettare” il petrolio o poco più.

3) Ultimo punto, ma non per importanza, poiché alla fine giornali e programmi politici sono chiacchere mentre le leggi dovrebbero essere una cartina tornasole di una società. Dico dovrebbero perché come cartina tornasole è piuttosto sbiadita visto che quando si tratta di doverne rendere conto (in tribunale intendo) vince chi convince.
Ma prendiamo le leggi buone almeno per quello che sono: le buone intenzioni della società. Anche in questo caso ritengo che non farsi un’idea politica basandosi su quelle sia impossibile. Perché? Be’, semplicemente perché sono farcite di errori (le famose pieghe a cui ci si aggrappa per convincere), a volte incoerenti ed in generale difficilmente comprensibili. Morale: se uno lo fa per mestiere, quello di spulciare la legislazione vigente, già fa fatica a cavarci i piedi rimettendoci tempo (e parlo di giorni, non di minuti) che non verrà mai ripagato; chi lo fa per hobby potrà vederne una o due se è molto devoto alla causa.

In sostanza nessuno potrà avere un quadro completo da cui trarre un’opinione. Al massimo si potrà vedere un numero sufficiente di leggi per vedere come siano fatte piuttosto male e come ogni fazione faccia i propri interessi oppure, ben che vada, non concluda proprio nulla.

Fermo restando che anch’io sono dell’idea che ci si debba sempre documentare, perché con l’istinto si va poco lontano, almeno quando a condizionarlo ci sono enormi campagne di marketing, non vedo cosa altro si possa fare per determinare chi veramente ci rappresenta, ammesso che ci sia.
D’altronde candidarsi non è certo la soluzione visto che immagino che Francesco, come noi tutti, abbia già i suoi cazzi in culo da tenere a bada ed abbandonare le proprie occupazioni per dedicarsi alla politica non mi sembra che denoti una vittoria del nostro sistema rappresentativo e neppure che faccia bene al paese (la cui ricchezza non è di certo prodotta dalle persone che lo gestiscono).
E comunque, sia questa idea che la soluzione alternativa di partire dal piccolo (anche se a mio parere già candidarsi era partire da molto in piccolo) non portano a nulla. Anzitutto perché bisogna raggiungere una massa critica (a meno che non si voglia finire come Adinolfi.. ne cito uno tra tanti), e questo è parecchio difficile. Una volta raggiunta la massa critica bisogna piegarsi alle pressanti forze già esistenti, perché gli integerrimi, in uno stato non di diritto, vanno davvero molto poco lontano. Per questo anche a me capita spesso di sentire che in ultima istanza l’interlocutore si appelli alla soluzione dittatoriale (ovviamente mettendosi a capo della stessa, o comunque vedendo uno con le sue stesse idee come dittatore).


Invece di proporre continuamente ulteriori partitini che facciano valere le nostre idee, che come tali sono condivise dall’1% della popolazione, frammentando l’opinione pubblica, perché non si pensa di cambiare quello che c’è. Parliamoci chiaro, non posso dar torto a chi no né soddisfatto delle attuali prospettive politiche, ma di certo non le cambieranno dei buoni intenti o l’ennesimo partito indipendente, idealista, perfetto, buonissimo, che sa tutto lui, e noi cambieremo il mondo!

La nota positiva è che almeno oggi, questi partiti non possono far altro che piangersi addosso invece che minare irresponsabilmente la stabilità di un paese

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Lollo ha ragione...
Per quanto devo dire che reputo Corriere un giornale abbastanza neutro nel modo di dare informazione (forse perchè ormai l'unico internazionale!) è pur sempre un giornale schierato. E a spulciare le leggi ci vuole una vita. Ma se siamo qui a parlare di come la politica ci affligge e ci sfinisce non è che il tempo non se ne vada. Il piccolo partito che nasce con i migliori intenti e sotto le migliori guide lascia il tempo che trova e candidarsi da in culo un pò a tutti perchè abbiamo sufficiente coscienza sociale per renderci conto quanto impegna la lotta alla ricerca del sostegno o del semplice farsi conoscere... Ma in questa strada senza uscita da qualche parte si dovrà pur cominciare e a meno che non vogliamo rievocare la presa della bastiglia recandoci tutti a palazzo chigi con i fucili (che lascerei a Bossi... anzi nemmeno a lui a meno che non voglia suicidarsi) sparando sul mucchio (che potrebbe essere divertente e permetterebbe di ripulire e ricominciare...) credo che questa via alternativa bisogna trovarla...
Il blog di Peppe Grillo è il 1° in Italia e il 13° al mondo per numero di lettori e seppure aveva un grande sponsor (Beppe appunto) ha iniziato così: un pò in sordina... i giornali non venduti nelle edicole, i giornali da strada e i giornali che molti magari all'inizio usano per foderare la gabbia del canarino o del criceto hanno iniziato nel 94 e oggi sono i giornali più letti in Italia (alcuni esempi Metro,City,Io Leggo) e sono gli ultimi esempi di stampa locale senza condizionamenti politici... e arrivano nelle mani di tutti NON SOLO DI CHI MANEGGIA INTERNET... e' solo un'idea per tutti voi che ancora ci credete (e forse anche per me visto che se non ci credessi non sarei qui al mio terzo commento)... ma da qualche parte bisogna pur iniziare... senza sostenere nessuno, essendo portavoci solo del popolo e delle sue idee... ma ci vuole coraggio... propaganda e purtroppo anche soldi... SE SI HA TUTTO QUESTO NEL PROPRIO BAGAGLIO GLI SPONSOR ARRIVERANNO!

Buona fortuna a chi (se ci sarà) troverà in queste mie parole un incoraggiamento per un'idea che già c'era nella testa e nel cuore e non aveva il coraggio di tirarla fuori...

Un saluto a tutti gli altri...

Fra'

Lollo ha detto...

E' vero Fra',
"da qualche parte si dovrà pur cominciare".

L'unico modo che però vedo praticabile è quello di far leva sull'educazione delle generazioni future. E' nella educazione che deve essere inculcato il concetto di valori non nella vita politica, che finisce poi per diventare ideologia. Come e quando iniziare questa missione educativa?!? Be' credo, almeno per me, che serva a questo il blog: cercare di mostrare un punto di vista e sensibilizzare qualcuno. Tra questi primo o poi capiterà un educatore...
...insomma anche se pochi di voi diventeranno maestri, insegnanti o professori, più di qualcuno sarà genitore.

Per quanto riguarda la notorietà del blog, se questa viene utilizzata per una sorta di manifesto ideologica (o etico, nella migliore delle ipotesi) non produrrà nulla se non qualche briciolo di informazione (sempre e comunque di parte).
Dico che non produrrà nulla, perchè non ha prodotto nulla.
Ci avrà un po' sensibilizzato, ma anni di satira politica avevano già fatto egregiamente questo lavoro. Ma ora che siamo sensibilizzati e consapevoli cosa facciamo: nulla.

Il blog di Beppe Grillo ha portato in piazza tante persone, ha fomentato un più o meno condivisibile spirito di protesta ed ha raggiunto l'obiettivo di raccogliere un numero importante di firme. Firme che se tutto va bene ci permetteranno di andare a votare tra un anno e di decidere in sede referendaria su alcuni punti abbastanza marginali e senza che l'esito vincoli in alcun modo i politci a fare una scelta piuttosto che un'altra. Se neppure una sentenza della corte costituzionale riesce a mandare una rete televisiva sul satellite, cosa conterà mai una consultazione popolare!?!
Insomma, non mi auguro affatto che questo blog o un'altra qualsiasi forma mediatica riesca a diventare una voce forte dell'informazione perchè tutto si concluderebbe con un nulla di fatto.
L'informazione, secondo me, è utile solo se diventa un potere e riesce ad infilarsi (assoggetandosi) tra i meccanismi che regolano la vita quotidiana.
Qaunti hanno manifestato per la pace: decine di migliaia? centinaia di migliaia? no, MILIONI. Il messaggio mi sembrava abbastanza chiaro cosa ne dite?! Tuttavia non è stata neppure imboccata la direzione indicata da tutte quelle manifestazioni.

Dove la corte costituzionale, i referendum e le acclamazioni popolari falliscono cosa può fare un blog o un giornalino?
Boh, se vedete qualche possibilità è opportuno condividerla; per ora io vedo che Luttazzi con uno dei blog più letti in Italia (non so in quale posizione sia ma credo tra i primi dieci) non riesce neppure a mantenere il suo posto in televisione.

Forse la spiegazione più sensata che mi viene in mente è che lui fa un uso corretto del suo blog e quando necessario è disposto a bloccare i commenti ai suoi interventi per depauperarsi di un allettante potere. Ma questo lo spiega molto meglio lui, con le sue parole:

http://www.elsablog.it/?p=453

Lollo

Luca ha detto...

Ciao a tutti!

Io condivido sostanzialmente l'idea di Lollo che per invertire la rotta verso la crisi economica, di valori, di rispetto delle leggi, di fiducia verso il futuro, l'unico chiavistello efficace sia l'educazione delle nuove generazioni.

Cerco di spiegarmi meglio.

- Per quel che capisco, ciò di cui ci lamentiamo è che l'Italia e gli italiani sono immersi, chi più chi meno, nella "cultura" della furbizia, del tirar acqua al priprio mulino, del non voler o poter pensare molto al di là del proprio naso, degli assolutismi ideologici e di un sacco di cose che hanno tutte più o meno a che fare col non voler o col non saper costruire una società "sana" (nel senso di capace di autoperpetrarsi e di farsi del bene).

- Ora, per tenere insieme una società bisogna che i suoi membri sappiano come ci si deve comportare (cosa possono o non possono fare perchè questa società possa continuare ad esistere) e soprattutto bisogna che lo vogliano fare. Una società che stia in piedi richiede una gran carriolata di educazione e di volontà.

- Quindi, se viene a mancare la consapevolezza che tenere in piedi una società utile per tutti richiede sforzi da parte di tutti (e questo concetto è più o meno ciò che intendo io per "educazione", o comunque ne fa parte) e cresci in un ambiente in cui i "furbi" (coloro che volontariamente - o circa - scelgono di non rispettare le regole di comportamento della società - le leggi - ) non vengono sanzionati, ma addirittura sono scelti a simblo del successo, ecco allora che la società inizia a sgretolarsi... e dopo sono davvero cazzi, perchè è difficile (ri)educare le nuove generazioni se le vecchie generazioni
sono ormai "diseducate"...!


...uhm, rileggendo, mi sembro veramente pedante, ma pazienza... spero si capisca quel che volevo dire.

Grande idea il blog, Chiara!